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IL NOSTRO PROGETTO

 
https://www.dropbox.com/scl/fi/46d6rxox95ndrao6ljfua/Don-G.-Pollarolo_x264-1.mp4?rlkey=6nv9ysictccgaqyo7stzgquae&st=dut0yn0j&dl=0
 

Vogliamo condividere con chi ama ricordare anedotti di una storia, che sembra lontana negli anni, ma tanto vicina ai giorni nostri, con il  tutto questo fermento mondiale. Stiamo raccogliendo notizie su Don Giuseppe Pollarolo, prete nato a Pozzolo Formigaro in provincia di Alessandria, che durante il secondo conflitto mondiale e salito sulle montagne del cuneese con il partigiano Duccio Galimbetri, e passando da Parma per arrivare poi in Val Borbera al fianco di Aldo Gastaldi nome di battaglia "Bisagno", il Don Pollarolo era il partigiano della cinepresa e il breviario. se qualcuno ha notizie o materiale che è riferito al prete, come fotografie o anedotti da sottoporre alla nostra redazione, e pregato di mettersi in contatto con un nostro jncaricato usando l'email : info@newpresstv.it

Sulle tracce dell'invisibile vuole essere un docufilm che tipercorre la straordinaria vita di "Don Giuseppe Pollarolo", un sacerdote che, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, si mette alla rcerca del confratello "Vian", scomparso nel Cuneese. Nel suo cammino, però, incontra figure fondamentali della Resistenza italiana, tra cui "Duccio Galimberti" e il comandante Aldo Gastaldi "Bisagno", con cui condivide le speranze e le sofferenze della lotta contro il nazifascismo.
ATTRAVERSO un racconto in flashbach, immagini di repertorio e ricostruzioni storiche, il documentario segue Don Pollarolo portà con sè una "pietra sacra" per celebrare la Messa tra i partigiani, dividendo un punto di riferimento spirituale per i combattenti. "e una piccola cinepresa".
Le sue vicende si intrecciano con momenti drammatici, come il suo "arresto da parte della Gestapo a Torino" e la sua prigionia, ma anche con atti di eroismo e umanità.   
Dopo la guerra Don Pollarolo ritorna a Torino e poi a Tortona, dove si riunisce con Don Luigi Orione, suo maestro spirituale. Qui si confronta con il nuovo compito di ricostruire non solo luoghi di culto, ma anche anche le anime provate dal conflitto.
Il documentario si chiude con un cofronto tra "il passato eil presente", mostrando come le guerre e l'egoismo del potere continuano a segnare il mondo. La voce di Don Pollarolo risuona come un monito e una speranza: "Dove c'è sofferenza. là dobbiamo essere. Dove c'è ingiustizia, dobbiamo portare speranza. Non possiamo restare in silenzio".  

 
 
 
 
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